Si è spenta all'età di 93 anni una delle ultime leggende viventi della vecchia Las Vegas. Parliamo di John 'Jackie' Gaughan, l'uomo che un tempo deteneva un terzo di tutte le proprietà del centro della Sin City, compreso lo storico El Cortez - il più vecchio casinò ancora oggi attivo nella Mecca del Gioco d'Azzardo.
Gaughan, anche noto con il soprannome di 'The King of Downtown Las Vegas' era nato nel Nebraska, ma è cresciuto a Omaha. Che il gioco d'azzardo fosse nel suo futuro era praticamente già scritto: il padre, infatti, era un bookmaker. Dopo essersi laureato alla Creighton University, si è trasferito a Las Vegas con la famiglia nel 1951: a quei tempi, una nuova tassa sul gambling aveva di fatto distrutto l'industria delle scommesse nel Nebraska.
Quell'anno, la sua famiglia aveva comprato una quota del Flamingo Hotel, sulla - non ancora - mitica Strip. Presto, però, Gaughan si concentrò sul centro della città e arrivò a possedere, in tutto o in parte, moltissime altre sale da gioco: il Plaza, il Golden Nugget, lo Showboat, il Gold Spike e tante altre strutture, come ad esempio il Boulder Club.
La sua personalità sempre disponibile con tutti, da uomo che rischia in prima linea, ne ha reso una figura amata in maniera trasversale, nonostante Las Vegas fosse già ai tempi una città dove spesso l'egoismo la fa da padrone. "Nessuno sarà mai come lui", ha dichiarato Steve Wynn, magnate del gambling americano, in un comunicato stampa rilasciato poche ore dopo la morte di Gaughan.
"Credo che ci vorrebbe un mese per nominare tutti gli amici che Jackie aveva nello stato del Nevada - ha dichiarato il CEO della Wynn Resorts Ltd - "Ci vorrebbe così tanto per fare l'elenco di tutte le persone, da Reno a Las Vegas, da Elko a Laughlin, che hanno rispettato Jackie per il suo calore, la sua integrità morale, il suo affetto per i suoi impiegati e, soprattutto, per la sua personalità allegra e positiva".
Alan Feldman, vicepresidente degli affari industriali della MGM Resorts International, ha voluto ricordare Gaughan con un simpatico aneddoto: "Mi era stato chiesto di coordinare gli interventi per un evento di onorificenza. Avevo chiesto di non parlare per più di un minuto, ma Jackie mi mandò cinque pagine. Io le ridussi, lo chiamai e gli spiegai il motivo. Jackie mi rispose come suo solito mettendomi a mio agio, dicendo che capiva perfettamente".
Ma poi, nel giorno della cerimonia: "Arrivato il suo turno, lesse tutto quanto si era scritto nel suo discorso originale. Ci ha messo dieci minuti per farlo e il pubblico era in visibilio. Molti dei presenti sapevano che gli avevo chiesto di tagliare il discorso, ma questo lo rese ancora più amato. Fu tutto molto toccante, com'era Jackie".
Come detto, nella sua vita Gaughan possedette diverse strutture, ma quella a cui fu più legato, fino alla fine dei suoi giorni, fu sicuramente il casinò El Cortez. Costruito nel 1941, fu acquistato da Jackie nel 1963 e ci lavorarono persino la moglie e i due figli, Jackie Jr. e Michael. La cultura del lavoro era fondamentale, nel Gaughan-pensiero.
"Non ho mai dato spintarelle ai miei figli in questo business. Ho sempre lavorato 12 ore al giorno, 7 giorni su 7, perché amavo tutto ciò. I miei figli hanno fatto tutto da solo, anche loro hanno lavorato sodo", aveva dichiarato Gaughan al Las Vegas Sun, in un'intervista rilasciata ormai 14 anni fa.
L'amore del buon Jackie per il centro di Las Vegas non si è spento neppure quando i casinò della Strip hanno cominciato a diventare il punto di riferimento della città. Anzi, Gaughan ha persino aiutato gli altri proprietari dei casinò, consigliando loro di puntare sulle slot machine; pare sia stato lui, inoltre, a portare i grandi incontri di pugilato nella Sin City. Gaughan ha venduto la maggior parte delle sue proprietà nel 2004, ma ha continuato a giocare a poker fino a 90 anni.