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In Italia le vincite dei Gratta e Vinci. sono soggette a tassazione a partite dall’ 1 marzo 2020 (in virtù della legge n°160 del 27 dicembre 2019) e riguardano le vincite superiori ai 500 euro che sono soggette a prelievo del 20%. Si tratta di quella che viene denominata dai giornali e dai giocatori come “Tassa sulla Fortuna”. Vi spiegheremo come questo prelievo viene applicato sia per le vincite dei Gratta e Vinci venduti nella rete terrestre che i Gratta e Vinci online.

La tassa sulla fortuna: come funziona

Questo prelievo è detto “tassa della fortuna” ed è applicabile su tutte le lotterie ed è stata introdotta per incrementare le entrate fiscali dello Stato che ha sempre più bisogno di risorse da attingere dal mondo dei giochi. Non esiste una tassa di scopo (per esempio in California le lotterie finanziano il sistema scolastico pubblico) ma l’indotto fiscale creato dai Gratta e Vinci e dalle lotterie in generale vanno a finanziare il fisco in generale.

Applicazione della Tassazione sui Gratta e Vinci

Le vincite dei Gratta e Vinci sono soggette quindi a una tassazione diretta. Attualmente, la legge prevede una trattenuta (aliquota unica del 20%) alla fonte su tutte le vincite superiori a un certo importo (500 euro). Questa imposta viene automaticamente detratta al momento del pagamento della vincita al giocatore. Ricapotolando:

Soglia esente: 500 euro
Aliquota della tassa: 20% sull'importo eccedente

Quanto pago di tasse su una vincita di 10.000 euro al Gratta e Vinci?

Vincendo 10.000 euro al Gratta e Vinci, la tassazione avviene con una percentuale applicata solo sull'importo che eccede una soglia esente di 500 euro.

Ad esempio, per vincite superiori a 500 euro, la tassazione è del 20% sull'importo eccedente. Quindi, la tassazione sarebbe applicata su 9.500 euro (10.000 - 500). In questo caso il fortunato vincitore pagherebbe 1.900 euro di tassa diretta (ovvero, il 20% di 9.500). Gli verrebbe pagato un premio netto di 8.100 euro.

Qual è la percentuale dei Gratta e Vinci destinata allo Stato?

Vi è una percentuale del Gratta e Vinci destinata allo Stato che è consistente ed è rappresentato sia dalle tasse dirette che indirette. Del resto i Gratta e Vinci rappresentano le lotterie forse più redditizie non solo per la tassa applicata sulle vincite ma anche per i costi di concessione. Come abbiamo visto sulle vincite è del 20% nella parte eccedente i 500 euro.

La popolarità dei Gratta e Vinci ha superato quella di qualsiasi altro gioco e lotterie e al momento vi è solo un mono-concessionario che paga milioni per avere l’autorizzazione a vendere in concessione i tagliandi. Nel 2016, il concessionario Lottomatica ha pagato 800 milioni di euro per il rinnovo della concessione. Non è ancora stato indetto un nuovo bando di gara per le concessioni. Il nuovo bando per il Lotto invece ha una base d’asta di 1 miliardio di euro. Le lotterie rappresentano un grosso business per lo Stato.

I Gratta e Vinci online: vendite in crescita come l'indotto fiscale

La popolarità dei Gratta e Vinci è in aumento anche online: secondo il sito ufficiale del Gratta e Vinci, nel 2022, sono stati venduti circa 49 milioni tagliandi online al Gratta e Vinci, per un totale di premi erogati di oltre 94 milioni di euro. Solo online, nel 2022, circa 18 milioni sono andati al fisco come prelievo sulle vincite.

Come detto viene poi applicata la tassa sulle vincite superiori a 500 euro dei Gratta e Vinci sia online che nel fisico. Sulla vincita eccedente questa soglia viene applicata l’aliquota unica del 20%.

Gratta e Vinci: le tasse indirette

Oramai i Gratta e Vinci rappresentano un reale mercato con un indotto importante per il fisco e l'economia. Esistono le tasse indirette che vengono applicate sulla filiera.

Pensiamo, ad esempio, che sul prezzo di vendita dei tagliandi viene applicato un aggio dell’8% destinato al tabaccaio. Il rivenditore dovrà poi pagare a sua volta le tasse su tali guadagni applicando un’aliquota in base ai profitti dichiarati della propria impresa al termine di ogni anno fiscale in base al proprio scaglione. Lo stesso vale per il concessionario che registra profitti milionari sui quali paga le tasse d’impresa.

Dichiarazione dei redditi e vincite: cosa c'è da sapere

Le vincite dei Gratta e Vinci, essendo eventi casuali, non vanno dichiarate al fisco. Non esiste la figura del giocatore d’azzardo di lotterie professionista.

Il prelievo della tassa da pagare è applicato dal concessionario alla fonte. Il giocatore non incassa la vincita lorda bensì quella netta che gli viene pagata dal concessionario.

La parte della vincita (il 20% della somma eccedente la soglia dei 500 euro) destinata al fisco viene trattenuta dal concessionario che, a sua volta, la verserà all’Erario. Il fortunato vincitore quindi non si deve preoccupare di inserire la vincita nella propria dichiarazione dei redditi.

Diversa invece è la situazione nella quale il giocatore residente in Italia matura una vincita in una lotteria che viene venduta in un paese extra Unione Europea, per esempio Gran Bretagna o Stati Uniti. In questo caso deve dichiarare la vincita come “reddito diverso” ed è tenuto al pagamento delle tasse in Italia. Si applicherà l’aliquota in base al reddito dichiarato e al suo scaglione.