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Tracking programs: tra ausilio e trappole

Tracking programs. L'utilizzo dei software di supporto che servono ai giocatori per prendere confidenza con le proprie statistiche, lavorare sulle hand history, capire meglio quali sono le frequenze degli avversari e operare in sede di bilanciamento in game, si è ovviamente moltiplicato a dismisura negli ultimi tempi.

Tracking programs e skills

La verità è che vi sono tutta una serie di punti a favore rispetto all'uso di software di questo tipo, soprattutto se ad utilizzarli è chi ha mire espansionistiche maggiori rispetto a chi vuole passare qualche ora a divertirsi di fronte ad un computer.

Il giocatore occasionale ha infatti pochi motivi per accedere ad un abbonamento di questo tipo, soprattutto in virtù del fatto che chi gioca per divertirsi ha poco a cuore dinamiche di gioco avversarie che fanno capo a frequenze, aggressività e, più in generale, gli stili dei propri rivali al tavolo.

Ma è tutto oro ciò che luccica?

Nel mirino è finita, ma questa non è certo una novità, sostanzialmente una statistica, quella che alcuni software presentano come "EV adjusted winnings", che grosso modo, per farci comprendere anche da chi non maneggia l'attrezzo, equivale a farti capire quali sarebbero stati i tuoi risultati se durante quella sessione specifica, o nell'arco di un periodo predeterminato dalle funzioni del programma, ti fosse capitato un momento di "fortuna normale", o "normal luck", come piace dire ai reg americani.

I falsi consigli

A chi sa utilizzare approfonditamente un programma di questo tipo, l'influenza che questo tipo di statistica ha nei confronti del gioco da proporre ai tavoli nelle sessioni successive, è minima, per cui ecco un'altra prerogativa dell'uso dei tracking programs solo da parte di chi ha già un certo numero di mani alle spalle.

Un giocatore sensato sa già che deve prendere con le molle un dato di quel tipo, soprattutto per il principio in virtù del quale quelle linee potrebbero variare nell'immediato e risulterebbe complicato capire se le sessioni precedenti siano state negative alla luce della nostra momentanea sfortuna e le successive siamo invece stati accolti tra le braccia lady luck.

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Un giocatore occasionale, o comunque alle prime armi, ha invece molte più possibilità di dare ad un dato di quel tipo fin troppa importanza, al netto di un'analisi approfondita ed efficace del proprio gioco.

Il paradosso

Sebbene la cosa capiti molto più spesso di quanto si pensi, esiste un paradosso che fa capire meglio il concetto.

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Pensate ad un giocatore che osserva la propria linea di "EV adjusted winnings" scoprendo che da quando ha cominciato a giocare, ad esempio ad un periodo di qualche mese, che, a prescindere dal volume di gioco prodotto, non è un campione attendibile, avrebbe dovuto vincere molto di più.

Ora. Quali saranno le dinamiche che imperverseranno nella mente del giocatore alle prime armi? Il primo pensiero sarà quello di dare la colpa esclusivamente alla sfortuna, persistendo con ogni probabilità a battere strade che sembrano corrette, ma che in realtà potrebbero non esserlo.

In secondo luogo, nel caso in cui quella linea continui ad essere la stessa nel tempo, si presenteranno i fantasmi dell'"account marcio", altra prerogativa che ci porterà a giocare male e con poca sicurezza e convinzione.

La verità più assoluta di questo gioco è sempre e soltanto una: i parametri più efficaci per "misurare" le vostre skill, sono quelli del medio e del lungo periodo e se il vostro ROI è positivo, siete sulla buona strada.

Se siete meno confident con le vostre statistiche e credete di poter/voler migliorare, una bella chiacchierata con chi ne sa più di voi, alla ricerca dei vostri errori, vi farà sicuramente bene.

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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